I territori contesi e la garanzia che quello che è accaduto a febbraio di tre anni fa con l’invasione russa dell’Ucraina non si ripeta mai più. Sono questi i nodi principali da sciogliere nel vertice alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky accompagnato dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friederich Merz, la premier italiana Giorgia Meloni, quello finlandese Alexander Stubb e il premier britannico Keir Starmer, insieme al segretario della Nato Mark Rutte.
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Una delegazione europea di alto livello senza precedenti per evitare la debacle dell’incontro nello Studio Ovale dello scorso febbraio e per garantire un futuro di pace non solo all’Ucraina ma a tutta l’Europa. Anche se, secondo quanto riferito dalla Bild, a Washington potrebbero svolgersi due incontri: uno bilaterale tra il presidente americano e quello ucraino, e poi il colloquio allargato ai leader europei. Dopo il vertice in Alaska con Vladimir Putin, Donald Trump ha drasticamente ridotto le dichiarazioni pubbliche. “Grandi progressi con la Russia, restate sintonizzati”, si è limitato a scrivere sul suo social media Truth durante il weekend trascorso a giocare a golf in Virginia. Hanno, invece, parlato i suoi più stretti consiglieri, Steve Witkoff e Marco Rubio, che hanno partecipato accanto lui al vertice con lo zar ad Anchorage. L’inviato speciale ha assicurato che il leader del Cremlino ha accettato di fornire garanzie senza precedenti, “solide”, per la sicurezza di Ucraina ed Europa, una mossa che secondo lui può rappresentare una svolta nei negoziati verso la pace. In particolare, Witkoff ha accennato ad un tipo di protezione per Kiev sul modello dell’articolo 5 della Nato, quello che stabilisce che un attacco armato contro un membro dell’Alleanza Atlantica viene considerato un attacco a tutti gli altri. “Siamo giunti a un accordo secondo cui gli Stati Uniti e le altre nazioni europee potrebbero effettivamente offrire una formulazione simile all’Articolo 5”, ha affermato l’inviato di Trump in un’intervista alla Cnn spiegando che potrebbe essere l’unica alternativa all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, alla quale Putin continua ad opporsi fermamente.
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Zelensky si è detto soddisfatto di questo passo avanti sulle garanzie di sicurezza e ha ringraziato gli Stati Uniti per aver contribuito a raggiungere questo obiettivo. Ma per il leader di Kiev non è abbastanza: “È importante che l’America accetti di collaborare con l’Europa per fornire garanzie all’Ucraina. Siamo molto grati agli Stati Uniti e al presidente per questo segnale, che è importante per tutti in Europa. Si tratta di un cambiamento significativo, ma non ci sono dettagli su come funzionerà e quale sarà il ruolo dell’America, quale sarà il ruolo dell’Europa, cosa potrà fare l’Ue”, ha chiesto. Quanto ai territori nel mirino della Russia, Witkoff ha rivelato che lo zar sarebbe disposto a fare qualche concessione su “cinque regioni” ucraine, ma non ha fornito altri dettagli. Probabilmente si riferiva a Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e Crimea ma c’è chi pensa che parlasse di Sumy o Kharkiv invece che della penisola annessa da Mosca nel 2014. Zelensky da parte sua ha insistito che la “Costituzione dell’Ucraina rende impossibile cedere territori o scambiare territori”. “Poiché la questione territoriale è così importante – ha aggiunto – dovrebbe essere discussa solo dai leader dell’Ucraina e della Russia nel quadro del vertice trilaterale”. Posizione condivisa anche dal presidente francese Emmanuel Macron che, tuttavia, ha proposto di allargare il trilaterale anche all’Europa.
Sullo sfondo, quel mancato cessate il fuoco che Ucraina, Vecchio Continente e lo stesso commander-in-chief fino a poche ore prima si aspettavano di ottenere dal summit nella base militare in Alaska. Per Marco Rubio “è ancora sul tavolo”. Ma, ha spiegato, “lo scopo principale è la pace, non una tregua”. Il segretario di Stato americano ha anche avvertito che c’è la possibilità che “questa guerra continui, che la gente continui a morire”. In questo caso, anche gli Stati Uniti – come l’Europa – sono pronti a imporre nuove sanzioni contro la Russia e i suoi alleati.
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