Discutendo del piano dell’esercito israeliano di conquistare la Striscia di Gaza, il premier Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele permetterà alla popolazione di andarsene prima dell’ingresso dell’esercito. “Gaza City, nella Striscia di Gaza centrale, è l’ultima roccaforte di Hamas”, ha affermato in un’intervista a i24 News, ripresa da Haaretz. Netanyahu ha poi detto che ai residenti dovrebbe essere consentito di lasciare la Striscia di Gaza se lo desiderano, come è accaduto durante altre guerre, come in Siria, Ucraina e Afghanistan. Ai Paesi che vogliono aiutare i palestinesi “aprite le porte”, ha detto.
L’Idf approva le linee generali sul piano per l’occupazione di Gaza
Il capo di stato maggiore dell’Idf, tenente generale Eyal Zamir, ha approvato le linee generali della prossima offensiva militare per conquistare Gaza City. Lo affermano le stesse forze armate israeliane spiegando che il “concetto principale del piano offensivo dell’Idf a Gaza” è stato discusso durante un incontro che Zamir ha tenuto questa mattina con il General Staff Forum, insieme ad altri ufficiali e rappresentanti dello Shin Bet. Inoltre – viene spiegato ancora – “è stato presentato e approvato il concetto principale del piano per i prossimi passi nella Striscia di Gaza, in conformità con le direttive della leadership politica”. Il riferimento è all’offensiva ordinata dal governo contro Hamas a Gaza City, che non dovrebbe però iniziare immediatamente. L’Idf ha fatto sapere che Zamir, durante l’incontro, “ha sottolineato l’importanza di migliorare la prontezza delle forze e la preparazione per la chiamata alle armi della riserva, svolgendo al contempo corsi di aggiornamento e fornendo un po’ di respiro ai soldati in vista delle prossime missioni”.
Gaza, esplosioni vicino alla parrocchia. Padre Romanelli: “Stiamo bene”
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Viceministra Esteri di Israele in visita in Sud Sudan
La viceministra degli Esteri israeliana Sharren Haskel terrà oggi una serie di incontri nel Sudan del Sud, nella prima visita ufficiale nel paese dell’Africa orientale da parte di un rappresentante del governo israeliano. Secondo una dichiarazione dell’ufficio di Haskel incontrerà il presidente del Sudan del Sud Salva Kiir Mayardit, nonché il ministro degli Esteri, il presidente del parlamento e altri alti funzionari governativi. Il Sud Sudan – riporta il Times of Israel – sarebbe uno dei Paesi con cui Israele starebbe trattando per un possibile reinsediamento dei palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza
Al Jazeera: “Almeno 24 morti nei raid Idf su Gaza dall’alba”
Dall’alba di oggi le forze israeliane hanno ucciso almeno 24 palestinesi a Gaza, tra cui cinque bambini e cinque richiedenti aiuti: è quanto scrive l’emittente qatarina Al Jazeera, che cita fonti mediche palestinesi e della Mezzaluna Rossa. Fra le vittime, scrive Al Jazeera, 12 persone hanno perso la vita in un attacco aereo israeliano su una casa nel quartiere Zeitoun di Gaza City, secondo una fonte dell’ospedale al-Ahli Arab
Ben Gvir chiede a Netanyahu di rimuovere il capo dell’Idf
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha affermato che il primo ministro Benjamin Netanyahu dovrebbe sostituire il capo di stato maggiore dell’Idf Eyal Zamir se non licenzierà immediatamente i suoi consiglieri. “Se non annuncia immediatamente che sostituirà la sua cerchia politica di estrema sinistra, invito il primo ministro a sostituirlo immediatamente con un candidato che si batta per la vittoria, non con uno che, insieme ai suoi consiglieri, lavora per indebolire la leadership politica”, ha detto Ben Gvir citato dal Times of Israel
Netanyahu: “Permettiamo a palestinesi di lasciare Gaza”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rilanciato l’idea di “permettere” ai palestinesi di lasciare la Striscia di Gaza, mentre l’esercito si prepara a un’offensiva più ampia nel territorio. Le precedenti proposte di reinsediare i gazawi al di fuori del territorio devastato dalla guerra inclusa quella del presidente statunitense Donald Trump hanno suscitato preoccupazione tra i palestinesi e condanne da parte della comunità internazionale.
Netanyahu ha difeso le sue politiche di guerra in una rara intervista ai media israeliani, trasmessa poco dopo che l’Egitto ha annunciato un nuovo sforzo dei mediatori per ottenere una tregua di 60 giorni.
Il premier ha dichiarato all’emittente israeliana i24NEWS: “Non li stiamo spingendo fuori, ma stiamo permettendo loro di partire”.
“Diamo loro l’opportunità di lasciare, innanzitutto, le zone di combattimento, e in generale di lasciare il territorio, se lo desiderano”, ha detto, citando i flussi di rifugiati durante le guerre in Siria, Ucraina e Afghanistan. Nella Striscia di Gaza, Israele ha controllato rigidamente i confini per anni, impedendo a molti di uscire. “Lo permetteremo, innanzitutto all’interno di Gaza durante i combattimenti, e certamente permetteremo loro di lasciare Gaza”, ha aggiunto Netanyahu.
Per i palestinesi, qualsiasi tentativo di allontanarli dalla loro terra richiama la “Nakba”, o catastrofe lo sfollamento di massa dei palestinesi durante la creazione dello Stato di Israele nel 1948.
Netanyahu ha sostenuto la proposta di Trump di espellere i più di due milioni di abitanti di Gaza verso l’Egitto e la Giordania, mentre alcuni ministri israeliani di estrema destra hanno invocato la loro “partenza volontaria”.
Egitto al lavoro con mediatori per tregua 60 giorni a Gaza
L’Egitto ha annunciato di lavorare con il Qatar e gli Stati Uniti per ottenere un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza, dove l’esercito israeliano si prepara a prendere il controllo della città più grande del territorio palestinese.
Al Jazeera: “Leader Hamas Khalil al-Hayya al Cairo per negoziati”
Hamas annuncia che il leader di alto rango Khalil al-Hayya è arrivato al Cairo per discutere della ripresa dei negoziati con Israele sul cessate il fuoco e gli ostaggi. Lo riporta Al jazeera.
Il funzionario di Hamas Taher al-Nono afferma in una dichiarazione che gli incontri del gruppo terroristico con i funzionari egiziani si concentreranno sui modi per fermare la guerra, fornire aiuti e “porre fine alle sofferenze del nostro popolo a Gaza”.
Il viaggio di al-Hayya, capo negoziatore di Hamas, segue le dichiarazioni rilasciate all’inizio di questo mese in cui implicava il Cairo nella crisi umanitaria in corso a Gaza, suscitando l’ira degli egiziani.
Wafa: “Attacco israeliano su Gaza City, uccisi 2 civili”
L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che due civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti ieri sera in un bombardamento israeliano su Gaza City.
L’attacco, si legge sul sito dell’agenzia, ha preso di mira un gruppo di cittadini nel quartiere Sheikh Radwan, a nord-ovest della città.
Onu critica ritardi israeliani su aiuti a popolazione Gaza
L’Onu ha segnalato ritardi e ostacoli significativi nel coordinamento delle missioni umanitarie a Gaza, avvertendo che le autorizzazioni di sicurezza israeliane stanno facendo perdere “tempo prezioso” fondamentale per la consegna degli aiuti.
“Lunedì abbiamo chiesto di coordinare con i servizi di sicurezza israeliani 16 missioni, tra cui la raccolta di cibo, forniture mediche e carburante dai due valichi operativi, Kareem Shalom e Zikim”, ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric durante una conferenza stampa. Di queste 16 missioni, ha detto, quattro sono state facilitate, tre negate e quattro ostacolate, ma alla fine portate a termine. Ha anche osservato che due missioni sono state cancellate dalle loro organizzazioni, mentre altre che riguardavano forniture alimentari e sanitarie sono state ostacolate o sono ancora in corso.
“Gli sforzi per coordinare i movimenti umanitari spesso si protraggono per ore a causa delle autorizzazioni imprevedibili da parte delle autorità israeliane, facendo perdere tempo prezioso”, ha detto Dujarric.
Axios: “Usa lavorano a corridoio umanitario tra Israele e Siria”
L’Amministrazione Trump sta cercando di mediare un accordo per l’apertura di un corridoio umanitario tra Israele e la città di Suwayda, nella Siria meridionale, per fornire aiuti alla comunità drusa locale. Lo riporta Axios, citando un funzionario statunitense e due funzionari israeliani. Israele ha effettuato dei bombardamenti in Siria il mese scorso, durante i violenti scontri a Suwayda, sostenendo di agire a difesa della popolazione drusa siriana e in solidarietà con la minoranza drusa israeliana. Un accordo tra i governi siriano e israeliano su un corridoio umanitario, rileva Axios, potrebbe contribuire a ricucire le relazioni tra i due Paesi e potenzialmente dare slancio ad un’azione Usa per la normalizzazione dei loro rapporti.
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