I mediatori Egitto e Qatar, con l’aiuto della Turchia, hanno presentato ai negoziatori di Hamas una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza che includerebbe la fine della guerra e il rilascio di tutti gli ostaggi, sia vivi che morti. L’accordo prevede inoltre la liberazione di prigionieri palestinesi e il ritiro dell’esercito israeliano “sotto la supervisione arabo-americana” finché non sarà raggiunto un accordo sul disarmo di Hamas e la sua uscita dal governo di Gaza. Durante questa fase, la Turchia e altri mediatori garantirebbero che Hamas congeli le sue attività militari, consentendo colloqui per porre fine definitivamente alla guerra.
Netanyahu: “Chi ha a cuore i palestinesi li accolga”
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha invitato i Paesi che hanno a cuore i palestinesi ad accoglierli, in vista dell’annunciata offensiva per occupare Gaza. “Non li stiamo cacciando via, ma stiamo permettendo loro di andarsene, ed è quello che sta succedendo”, ha dichiarato Netanyahu in un’intervista a i24News, “stiamo parlando con diversi possibili Paesi ospitanti; non posso entrare nei dettagli qui.” “La cosa più naturale per tutti coloro che parlano, cche dicono di avere a cuore i palestinesi e di volerli aiutare, è aprire le porte”, ha sottolineato il premier israeliano.
Netanyahu: “La mia è una missione storica e spirituale”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu dichiara a i24 di sentirsi impegnato in una “missione storica e spirituale” e di essere “molto legato alla visione della Grande Israele”, che include territori destinati a un futuro stato palestinese e, possibilmente, anche aree oggi appartenenti alla Giordania e all’Egitto. Durante l’intervista a i24, ripresa da Times of Israel, è stato chiesto al premier se si senta in missione per conto del popolo ebraico. Netanyahu ha risposto di essere “in missione per le generazioni. Ci sono state generazioni di ebrei che hanno sognato di venire qui e ci saranno generazioni di ebrei che verranno dopo di noi. Quindi, se mi chiedete se ho un senso di missione, storica e spirituale, la risposta è sì”.
Media, Israele valuta invio delegazione a Doha
Israele sta valutando l’invio di una delegazione di alto livello a Doha per incontrare funzionari del Qatar nel quadro degli sforzi per riprendere i negoziati sulla consegna degli ostaggi e giungere a un cessate il fuoco a Gaza. Lo riferiscono fonti ben informate a Barak Ravid di Axios.
Netanyahu: “Consentiremo a palestinesi di lasciare Gaza”
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che Israele permetterà ai palestinesi di lasciare la Striscia di Gaza, mentre l’esercito di Tel Aviv si prepara a occupare il territorio. “Daremo lor prima di tutto l’opportunità di andarsene, di lasciare le zone di combattimento e in generale di lasciare il territorio, se lo desiderano”, ha dichiarato Netanyahu in un’intervista televisiva, “permetteremo questo, prima di tutto, all’interno di Gaza durante i combattimenti, e certamente permetteremo loro di lasciare anche Gaza”, ha aggiunto il premier israeliano, il cui governo controlla da tempo i confini della Striscia.
Delegazione Hamas giunta in Egitto
Una delegazione di Hamas è arrivata in Egitto per incontrare i mediatori che stanno cercando di rilanciare la trattativa con Israele per un cessate il fuoco. Lo riporta l’emittente statale Al-Qahera. Il Cairo, insieme a Usa e Qatar, sta cercando di riattivare il percorso diplomatico mentre Israele è pronto a lanciare un’operazione militare per occupare la Striscia di Gaza.
Netanyahu, possibilità accordo per tregua e ostaggi ormai superata
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato di ritenere che la possibilità di un accordo parziale di cessate il fuoco e rilascio di ostaggi con Hamas “sia ormai superata”. In un’intervista al canale televisivo i24, ripresa da Times of Israel, il premier ha citato la dichiarazione di ieri del presidente Usa Donald Trump, secondo cui Hamas non è pronta a un accordo. “Avete sentito il presidente Trump”, ha detto Netanyahu rispondendo alla domanda se la possibilità di raggiungere un accordo parziale di cessate il fuoco e rilascio di ostaggi sia ancora aperta. “Penso che sia ormai alle nostre spalle”. “Abbiamo fatto di tutto”, ha aggiunto, senza entrare nei dettagli. “Siamo andati molto avanti. Ci è diventato chiaro che ci stanno solo ingannando”. “In ogni caso, molti ostaggi, sia vivi che morti, resteranno nelle loro mani”, ha continuato, riferendosi probabilmente a una proposta precedente di accordo parziale, che avrebbe garantito la liberazione di 10 ostaggi vivi e delle salme di altri 18. “Voglio tutti, sia i vivi che i caduti”, ha dichiarato Netanyahu.
Israele, protesta degli ex piloti e dei riservisti fuori dal quartier generale delle Forze Armate
Centinaia di piloti in pensione e riservisti dell’aeronautica militare israeliana si sono riuniti davanti al quartier generale delle Idf a Tel Aviv per chiedere la fine della guerra. In una dichiarazione a nome dei riservisti si afferma che la manifestazione chiede “la fine immediata di questa guerra inutile e un’azione urgente per riportare a casa gli ostaggi”. “Sosteniamo l’opposizione del capo di stato maggiore delle IDF all’espansione della guerra e il nostro sostegno a un accordo urgente per la restituzione degli ostaggi”, aggiungono, sostenendo che la guerra “sta imponendo un tributo insopportabile agli ostaggi che languiscono in cattività da 676 giorni, sta mettendo a rischio invano la vita dei nostri soldati, sta causando danni inutili a innumerevoli civili innocenti e sta degradando la reputazione di Israele nel mondo a un livello senza precedenti”.
Egitto, Qatar e Usa al lavoro per tregua di 60 giorni
Il Cairo sta collaborando con Doha e Washington per un cessate il fuoco di 60 giorni a Gaza. Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano nel giorno in cui è arrivata nella capitale una delegazione di Hamas. “Stiamo lavorando attivamente in piena collaborazione con i qatarioti e gli americani”, ha dichiarato Badr Abdelatty “L’obiettivo principale è tornare alla proposta iniziale: stabilire un cessate il fuoco di 60 giorni, con il rilascio di alcuni ostaggi e detenuti palestinesi, nonchè la fornitura incondizionata e senza restrizioni di aiuti umanitari e medici a Gaza”.
Madrid, in un anno accolti da Gaza 44 minori feriti o malati
Dal luglio 2024 a oggi, 44 minori malati o feriti sono stati accolti in Spagna, insieme alle loro famiglie. Lo ha reso noto il governo spagnolo, che ha anche fornito i dati sulle quattro operazioni di questo tipo realizzate finora (l’ultima è avvenuta lo scorso 31 luglio). “La Spagna ha garantito non solo viaggi sicuri, ma anche assistenza integrale”, ha dichiarato la ministra per l’Inclusione, Elma Saiz. In un comunicato, il ministero ha spiegato che alcuni dei bambini accolti sono pazienti oncologici e ha aggiunto che, in totale, sono stati accolti in Spagna anche circa 100 familiari dei minori coinvolti nell’iniziativa. “Sono stati loro garantiti visti straordinari, la copertura delle loro necessità di base e un’assistenza sanitaria specializzata”, si legge in una nota. Inoltre, da ottobre 2023, cioè da quando è iniziata l’attuale crisi a Gaza, sono stati accolti in Spagna dalla Striscia 139 cittadini iberici e loro familiari.
Italia sottoscrive appello a ripresa attività Ong a Gaza
L’Italia è tra i firmatari, insieme all’Unione Europea e a un gruppo di Stati membri, al Regno Unito, al Canada e ad altri partner, di un appello urgente alle autorità di Israele per la ripresa delle attività umanitarie a Gaza. Nella dichiarazione congiunta si chiede che venga concesso il pieno accesso a Gaza a tutti gli aiuti e venga garantito agli operatori umanitari e alle Ong di proseguire in sicurezza il loro impegno per la distribuzione di cibo a favore della popolazione civile nella Striscia. La situazione umanitaria richiede azioni urgenti, rafforzando l’impegno umanitario a favore di Gaza, si legge nella dichiarazione. Già nelle scorse settimane, rileva una nota della Farnesina, nei vari contatti con il Governo israeliano, l’Italia aveva sollecitato un’apertura agli aiuti e si era impegnata per moltiplicare gli sforzi a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione della Striscia.
L’ong fondata da Mandela, ‘a Gaza è in atto un genocidio’
The Elders, l’ong fondata da Nelson Mandela e formata da ex statisti, diplomatici di fama e figure impegnate per la pace, ha denunciato il “genocidio in atto” nella Striscia di Gaza accusando Israele a partire dalla grave carestia indotta fra la popolazione palestinese. “Oggi esprimiamo il nostro sgomento e la nostra indignazione per l’ostruzione deliberata da parte di Israele all’ingresso di aiuti umanitari salvavita a Gaza”, si legge in una nota dell’organizzazione con sede a Londra. La denuncia a nome dell’autorevole gruppo è arrivata dopo la visita al valico di Rafah tra Egitto e la Striscia di due delle figure chiave di The Elders: Helen Clark, ex primo ministro della Nuova Zelanda e Mary Robinson, ex presidente dell’Irlanda e in passato anche Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Ciò che abbiamo visto e sentito sottolinea la nostra convinzione personale che non ci sia solo una carestia in atto a Gaza, causata dall’uomo, ma un genocidio “, hanno dichiarato. E ancora: “Molte neomamme non sono in grado di nutrire adeguatamente se stesse o i loro neonati e il sistema sanitario è al collasso. Tutto ciò minaccia la sopravvivenza stessa di un’intera generazione”. La delegazione della ong ha visto “prove di cibo e aiuti medici a cui è stato negato l’ingresso e ha ascoltato testimonianze di uccisioni di civili palestinesi, inclusi bambini, mentre cercavano di ottenere aiuti all’interno di Gaza”.
Kallas, ‘a Gaza carestia, Israele sblocchi accesso a Ong’
“Chiediamo al governo israeliano di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle ONG internazionali e di consentire agli operatori umanitari essenziali di svolgere le loro attività. È necessario adottare misure immediate, permanenti e concrete per facilitare l’accesso sicuro e su larga scala delle Nazioni Unite, delle ONG internazionali e dei partner umanitari”. Lo afferma un comunicato diffuso dall’alto rappresentante Ue Kaja Kallas e firmato da vari Paesi Ue ed extra-Ue come Australia, Regno Unito e Giappone (mancano Germania e Italia). “La carestia a Gaza si sta diffondendo sotto i nostri occhi”, si legge ancora.
L’ambasciatore di Israele a Berlino, stop armi è festa per Hamas
L’ambasciatore israeliano in Germania, Ron Prosor, ha criticato la decisione del cancelliere Friedrich Merz di interrompere la fornitura di determinati equipaggiamenti militari a Israele. In un’intervista a Welt Tv, Prosor ha dichiarato: “Questa decisione ha riportato gli ostaggi a casa o li ha avvicinati di più? Questa decisione ha effettivamente avvicinato un cessate il fuoco? La risposta è: no”. Ora si discute del “disarmo di Israele”, ma “questa è una festa per Hamas”, ha affermato il diplomatico.
Ue, i progressi di Israele per gli aiuti Gaza sono ancora insufficienti
I progressi compiuti da Israele nella fornitura di cibo e forniture mediche a Gaza sono “ancora molto insufficienti”. Lo dice un portavoce della Commissione europea. “E’ necessario dire che ci sono progressi, ma siamo ben lontani da uno scenario ideale e sono ancora molto insufficienti”, ha detto il portavoce.
Ministero della Salute di Gaza, 89 palestinesi uccisi a Gaza nelle ultime 24 ore
Almeno 89 palestinesi, tra cui 31 persone in attesa di ricevere aiuti umanitari, sono stati uccisi e 513 sono stati feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore, secondo il Ministero della Salute di Hamas. Undici corpi sono stati recuperati anche dalle macerie di precedenti attacchi israeliani, si legge nella dichiarazione del Ministero su Telegram rilanciata dai media arabi
Media, l’imprenditore Hulileh potrebbe essere governatore di Gaza
E’ quello di Samir Hulileh, imprenditore palestinese, il nome che gira per il futuro di Gaza. Negli ultimi mesi, scrive il sito di notizie israeliano Ynet, è andato avanti un lavoro dietro le quinte per la nomina di un “governatore” per la Striscia. Secondo lo stesso Hulileh, intervistato dall’agenzia palestinese Maan vicina alle autorità di Ramallah, sul suo nome ci sarebbe anche il via libera di Hamas. Ynet cita fonti coinvolte e anche “documenti presentati al Dipartimento di Giustizia” secondo cui si tratterebbe di un tentativo di portare nella Striscia qualcuno che operi sotto gli auspici della Lega Araba, che venga accettato sia da Israele che dagli Usa e consenta una transizione al dopoguerra. Nell’intervista a Màan Halilah ha affermato che la proposta di nominarlo governatore, “discussa all’interno della leadership palestinese, è sul tavolo da un anno e mezzo”, e soprattutto “stata accettata da Hamas”.
Tel Aviv, attesa protesta per fine guerra di riservisti ed ex piloti: “Saranno centinaia”
E’ attesa la partecipazione di centinaia di riservisti ed ex piloti dell’Aeronautica israeliana a una protesta per chiedere la fine della guerra a Gaza, annunciata per questa sera davanti al quartier generale delle forze israeliane (Idf) a Tel Aviv. Una dichiarazione diffusa a nome dei riservisti e riportata dal Times of Israel afferma che la manifestazione, prevista per le 19 ora locale (le 18 in Italia), chiederà “la fine immediata della guerra inutile e un intervento urgente per riportare a casa gli ostaggi”. Confermato il sostegno al capo di Stato Maggiore delle Idf, alla sua posizione “contraria all’allargamento del conflitto e a sostegno di un accordo urgente per il ritorno degli ostaggi”.
Media, una delegazione di Hamas in Egitto per incontri con le fazioni palestinesi
La rete televisiva saudita Al-Arabiya ha riferito, citando fonti, che una delegazione di Hamas è nella capitale egiziana Il Cairo dove terrà incontri con le fazioni palestinesi. L’Egitto sta lavorando per formulare un accordo di cessate il fuoco a Gaza, che presenterà ad Hamas e alle fazioni. Secondo il rapporto, l’Egitto ha consigliato alle fazioni palestinesi di “non assumere posizioni irragionevoli in questa fase”.
Media, 18 persone uccise dalle forze israeliane a Gaza oggi
Sono saliti ad almeno 18 i morti negli attacchi lanciati oggi dall’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza.
Media, in Israele nuovo scontri Idf-governo per le nomine
Promozioni di ufficiali di alto grado delle forze israeliane al centro di uno scontro in Israele tra il capo di Stato Maggiore delle Idf e il ministro della Difesa. Una nuova disputa tra i vertici politici e militari. A scriverne è la stampa israeliana e subito arrivano le critiche a tutto campo del leader dell’opposizione Yair Lapid.
Media, sarebbero stati arrestati 42 cittadini di Gaza che “risiedevano illegalmente in Israele”
Agenti di polizia e di frontiera israeliani hanno arrestato 42 cittadini di Gaza che “risiedevano illegalmente in Israele”. Lo riferiscono le forze dell’ordine israeliane secondo il Times of Israel. Gli arresti sono stati effettuati in tre diversi appartamenti nascosti a Nazareth dalle forze del Distretto Settentrionale, nell’ambito di un’operazione volta a “prevenire i reati di residenza illegale”. Gli agenti si sono imbattuti in un primo appartamento con 28 residenti illegali, che li ha condotti in altri due appartamenti: uno con 11 residenti e l’altro con tre. I cittadini di Gaza sono stati fermati e trasferiti alla stazione di polizia di Nazareth per essere interrogati.
Lapid: l’opposizione aderisce allo sciopero di domenica in Israele indetto dalle famiglie degli ostaggi
L’opposizione israeliana aderisce alla richiesta dei familiari degli ostaggi che hanno chiesto uno sciopero domenica prossima come forma di solidarietà per le persone ancora detenute da Hamas a Gaza. Lo dice il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid.
Al Jazeera, 12 le persone uccise a Gaza dall’alba
Il bilancio delle vittime del bombardamento israeliano di due case nel quartiere Zeitoun di Gaza City è salito a sette, portando a 12 il numero totale delle vittime a Gaza dall’alba di oggi. Lo riferisce Al Jazeera. Almeno cinque palestinesi sfollati sono stati uccisi nelle loro tende nella zona di al-Mawasi, vicino a Khan Younis, nel sud di Gaza, aggiunge l’emittente
Blinken: “Riconoscimento Stato Palestina lontano da realtà”
L’ex Segretario di Stato americano Anthony Blinken, che ha prestato servizio nell’amministrazione del presidente democratico Joe Biden, si è espresso contro le dichiarazioni di molti paesi occidentali sul riconoscimento di uno Stato palestinese. In un articolo scritto per il Wall Street Journal, ripreso dai media israeliani e da Al Jazeera, Blinken ha sostenuto che “la mossa è lontana dalla realtà e non è questo il momento: la priorità è prevenire la fame a Gaza, recuperare gli ostaggi e porre fine alla guerra a Gaza”.
Inoltre, ha descritto quello che considera un piano più appropriato per il riconoscimento dello Stato palestinese, osservando che dovrebbe essere limitato a tre anni, includere la normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita e ha persino sottolineato che aiuterebbe il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a “sbarazzarsi dei suoi partner tossici”.
Media: “Oltre 9 morti in attacchi israeliani a Gaza”
Oltre nove palestinesi sono stati uccisi ieri sera e durante la notte in tre attacchi lanciati dall’Esercito israeliano nella Striscia di Gaza, riportano Al Jazeera e l’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Cinque civili hanno perso la vita in un bombardamento che ha colpito una tenda di ospitava sfollati a Khan Younis, nel sud di Gaza, mentre altri quattro sono morti a Gaza City in un bombardamento vicino alla moschea al-Faruq nel quartiere Zeitoun della città. In precedenza, la Wafa aveva riferito di un numero imprecisato di vittime causato da un bombardamento israeliano nel quartiere Tal al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City.
Guterres: “Indagine indipendente su uccisione giornalisti a Gaza”
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto “un’indagine indipendente e imparziale” sull’uccisione nella Striscia di Gaza di sei giornalisti di Al Jazeera da parte dell’Esercito israeliano: lo ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell’Onu.
“Questi ultimi omicidi mettono in evidenza i rischi estremi che i giornalisti continuano ad affrontare quando coprono la guerra in corso”, ha aggiunto Dujarric.
Onu: “300mila bambini a rischio malnutrizione acuta a Gaza”
La malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza sta aumentando “vertiginosamente, con oltre 300.000 bambini a rischio grave”, afferma il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite.
“Il dato giunge dopo un recente allarme lanciato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), secondo cui solo l’1,5% dei terreni coltivabili nell’enclave rimane accessibile e intatto, segnalando un collasso quasi totale della produzione locale di cibo”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell’Onu.
Media: “Nuova proposta da mediatori per rilascio ostaggi”
Egitto, Qatar e Turchia stanno lavorando a un nuovo quadro per un accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi da presentare ad Hamas. Lo riporta Sky News Arabia, ripresa da Haaretz.
L’accordo includerebbe il rilascio di tutti gli ostaggi viventi e di alcuni corpi degli ostaggi deceduti in cambio di prigionieri palestinesi. Il quadro prevede anche un ridispiegamento delle Forze di Difesa israeliane e il congelamento dell’ala militare di Hamas durante una fase provvisoria durante la quale si terranno negoziati per un cessate il fuoco permanente.
Israele insiste sul reporter: “Anas Sharif era pagato da Hamas”
Dopo le critiche internazionali, l’esercito israeliano torna a ribadire che il reporter di Al Jazeera, Anas Sharif, ucciso in un attacco a Gaza insieme ad altri giornalisti “era un agente attivo dell’ala militare di Hamas”.
“Prima dell’attacco, avevamo ottenuto informazioni di intelligence aggiornate che indicavano che Sharif era un agente attivo dell’ala militare di Hamas al momento della sua eliminazione. Inoltre, riceveva contemporaneamente uno stipendio dal gruppo terroristico e dai suoi sostenitori, Al-Jazeera”, ha scritto su X il portavoce internazionale dell’Idf Nadav Shoshani.
Rilasciato in Israele dopo 7 ore don Capovilla
Dopo 7 ore bloccato all’aeroporto di Tel Aviv per un “diniego di ingresso”, motivato da pericoli per “la pubblica sicurezza o in considerazione dell’ordine pubblico”, don Ferdinando Capovilla, sacerdote veneziano componente di un gruppo di pellegrini di Pax Christi, è stato rilasciato dalle autorità israeliane. Deve comunque lasciare il Paese e per questo sta per imbarcarsi su un volo diretto in Grecia.
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