Le “piccole modifiche” al piano includerebbero una riorganizzazione del meccanismo degli aiuti umanitari, in conformità con gli accordi della precedente tregua, il ritiro della Gaza humanitarian foundation dalla distribuzione degli aiuti, il ritiro dell’Idf dalle posizioni stabilite nel precedente accordo di cessate il fuoco e l’impegno a non riprendere i combattimenti dopo la tregua di 60 giorni, promettendo di proseguire i negoziati con Egitto, Qatar e Stati Uniti.
Ben Gvir contrario all’accordo: “Bisogna occupare la Striscia”
Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, si è detto contrario all’accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza in discussione, insistendo sul fatto che Hamas debba essere annientata sul piano militare. “Una promessa di ‘smilitarizzazione della Striscia’ in futuro, un accordo parziale che include il ritiro delle forze israeliane dai territori conquistati, il rilascio di centinaia di terroristi assassini e la rinascita di Hamas con ingenti aiuti umanitari ci allontanano ulteriormente dal raggiungimento di questo obiettivo e rappresentano una ricompensa per il terrorismo”, ha scritto Ben Gvir in un post su X, mentre una delegazione del governo israeliano è in partenza per il Qatar. Secondo Ben Gvir, l’unico modo per ottenere il rilascio degli ostaggi è “l’occupazione completa” di Gaza.
Netanyahu: “Contro gli operatori Ghf atto terroristico di Hamas”
“Desidero augurare una pronta guarigione ai dipendenti dell’organizzazione umanitaria Usa (Ghf – Gaza Humanitarian Foundation) che sono rimasti feriti oggi nell’attacco terroristico compiuto da Hamas presso un centro di distribuzione alimentare”, ha dichiarato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. “L’intero mondo deve schierarsi e condannare questo grave episodio, che rivela ancora una volta la crudeltà di Hamas. L’Onu devono smettere di ostacolare l’operato della fondazione umanitaria e collaborare per garantire che possa continuare a operare in sicurezza a beneficio degli abitanti della di Gaza”, ha aggiunto il premier.
In centinaia alla veglia a Tel Aviv per i bambini morti a Gaza
Alcune centinaia di manifestanti stanno tenendo una veglia silenziosa a Tel Aviv per i bambini di Gaza morti durante la guerra. I dimostranti sono in piedi in Kaplan Street sul marciapiede con in mano candele e foto dei bambini rimasti uccisi nella Striscia da quando sono riprese le ostilità il 18 marzo. Ogni foto riporta il nome del bambino, la data e il luogo della morte. Alla manifestazione prende parte il parlamentare Ofer Cassif del partito comunista Hadash. Si tratta della prima veglia silenziosa dopo la guerra di 12 giorni con l’Iran del mese scorso, durante la quale un missile balistico iraniano ha colpito un edificio adiacente e ha costretto alla chiusura di una parte del marciapiede solitamente utilizzato dai partecipanti alla veglia. Lo scorso fine settimana, attivisti di sinistra si sono invece riversati a Haifa per una grande manifestazione contro la guerra.

Meloni sente l’emiro del Qatar e Netanyahu: “Ora il cessate il fuoco”
Nel quadro dei contatti avviati sin dal Vertice G7 di Kananaskis a sostegno di un cessate il fuoco a Gaza, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha intensificato il dialogo con diversi leader internazionali. Dopo aver avuto ieri un colloquio con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Meloni ha avuto conversazioni telefoniche con l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al Thani, e con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. In tutti i colloqui ha richiamato l’urgenza di giungere a un cessate il fuoco a Gaza che permetta il rilascio degli ostaggi ancora in vita e l’accesso pieno e senza ostacoli della popolazione civile all’assistenza umanitaria.

Axios: sì di Netanyahu all’invio della delegazione a Doha
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha deciso di inviare una delegazione di negoziatori a Doha. Lo ha riferito Axios, citando un funzionario israeliano, secondo il quale la delegazione si recherà a Doha stasera o al più tardi domani.

Idf: “Intercettati due razzi lanciati dal Sud di Gaza”
Due razzi lanciati dal Sud della Striscia di Gaza meridionale sono stati intercettati, dopo che erano suonate le sirene vicino al confine con il territorio palestinese. Lo ha reso noto l’esercito israeliano, come riporta Haaretz.
Idf conferma attacco con 2 granate alla Gaza foundation a Rafah
Il colonnello Nadav Shoshani, portavoce internazionale dell’Idf, ha confermato questa sera che “l’organizzazione terroristica Hamas e altri gruppi terroristici a Gaza continuano a sabotare e a ostacolare la distribuzione degli aiuti umanitari, sia nei siti di consegna che lungo le vie di accesso”. La dichiarazione si riferisce all’attacco avvenuto questa mattina a Rafah contro la Gaza Foundation. Shoshani ha dichiarato che “terroristi hanno lanciato due granate contro un punto di distribuzione degli aiuti, mentre erano ancora presenti civili sul posto. L’esplosione di una delle granate ha ferito due operatori americani della Gaza Humanitarian Foundation”. E ha aggiunto che “le forze dell’Idf hanno facilitato l’evacuazione dei feriti per consentire loro di ricevere cure mediche”.
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Media: presto colloqui indiretti tra Hamas e Israele a Doha
Due fonti palestinesi vicine ad Hamas hanno riferito all’emittente televisiva saudita Al-Sharq che un ciclo di colloqui indiretti tra Israele e Hamas dovrebbe iniziare nella capitale del Qatar, Doha, con l’obiettivo di discutere come attuare il nuovo accordo di cessate il fuoco a Gaza. Secondo le fonti, “si sta cercando di far arrivare le delegazioni di Hamas e Israele a Doha già questa sera o domenica”.
Lammy a Damasco, il Regno Unito ripristina le relazioni diplomatiche
La Gran Bretagna ha annunciato il ripristino delle relazioni diplomatiche con la Siria, in occasione della visita del ministro degli Esteri David Lammy a Damasco.
“C’è una rinnovata speranza per il popolo siriano. Il Regno Unito sta ristabilendo le relazioni diplomatiche perché è nel nostro interesse sostenere il nuovo governo nel mantenere l’impegno di costruire un futuro stabile, più sicuro e prospero per tutti i siriani”, ha dichiarato Lammy in una nota.
Israele, le madri dei soldati israeliani protestano: “Fermate la guerra”
Centinaia di madri di soldati hanno partecipato a una marcia di protesta da Herzliya a Piazza Habima a Tel Aviv, chiedendo di “fermare i combattimenti senza scopo e salvare la vita dei loro figli che si trovano a Gaza”. Lo riferisce il sito d’informazione israeliano Ynet News. “La guerra non ha scopo, i nostri figli sono in costante pericolo”, hanno ripetuto le madri. Yiska Lansberg, ginecologa e madre di quattro soldati, il cui marito è anch’egli riservista, ha affermato che “questo governo non è più in grado di prendere decisioni coraggiose e corrette. Non agisce sulla base di considerazioni di sicurezza, ma politiche, per mantenere la stabilità della coalizione. Non c’è obiettivo, nessuno scopo, nessun orizzonte. Nel frattempo, i nostri figli sono lì, in costante pericolo”. Einav Zangauker, il cui figlio Matan è tenuto in ostaggio a Gaza, chiede al premier Benjamin Netanyahu di onorare la promessa di riportare indietro tutti gli ostaggi accettando una proposta di cessate il fuoco sostenuta dagli Stati Uniti. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel.
Media, il portavoce di Netanyahu si è dimesso per inesperienza. Smentiti i problemi con la moglie
Fonti vicine a Benjamin Netanyahu smentiscono che il portavoce Omer Dostri abbia lasciato l’incarico a causa dei cattivi rapporti con la moglie del premier: in realtà è stato allontanato per la sua mancanza di esperienza nel settore. “Era incompatibile. Non aveva esperienza. Non ha mai svolto questa professione”. Così hanno dichiarato fonti vicine all’ufficio del premier israeliano al sito di notizie Ynet.
L’allarme dei medici di Gaza: “Manca il latte, centinaia di bambini rischiano la morte”
I medici di Gaza hanno lanciato l’allarme: centinaia di bambini rischiano di morire a causa della grave carenza di latte. Il dottor Ahmad al-Farra, primario di pediatria presso l’ospedale Nasser di Khan Younis, ha detto che il suo reparto ha a disposizione scorte di latte artificiale per circa una settimana. Ha già invece esaurito il latte artificiale specifico per i neonati prematuri ed è costretto a utilizzare quello normale, razionandolo tra i neonati di cui si occupa. “Non riesco nemmeno a descrivere quanto sia grave la situazione. Al momento, abbiamo abbastanza latte artificiale per circa una settimana. Ma abbiamo anche neonati fuori dall’ospedale senza accesso al latte. È catastrofico”, ha detto al-Farra al Guardian. Le scorte di latte artificiale per neonati si sono esaurite a Gaza, poiché Israele ha bloccato quasi completamente l’ingresso di aiuti nel territorio palestinese. Gli aiuti alimentari che arrivano tramite la controversa società privata Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Stati Uniti e Israele, non includono il latte artificiale per neonati. Le madri dei piccoli sono rimaste uccise negli attacchi aerei israeliani o sono gravemente malnutrite e per questo non possono allattare al seno, il che crea un maggiore bisogno di latte artificiale. Sul mercato nero, la scarsa offerta disponibile è diventata esorbitante, con una lattina di latte artificiale che costa circa 50 dollari, ovvero 10 volte il prezzo normale.
Israele, si dimette il portavoce di Netanyahu: “problemi con la first lady”
Il portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Omer Dostri, si è dimesso dal suo incarico con effetto immediato. Secondo alcune fonti, la causa è una relazione problematica con la moglie del premier, Sarah. Lo riporta Times of Israel. Dostri ha assunto l’incarico in agosto. Fonti vicine a Netanyahu hanno commentato la cessazione dell’incarico del portavoce, affermando che “c’è stata una discrepanza. Non aveva esperienza, non aveva mai svolto questa professione. È stato di fatto abbandonato, gli è stato detto che non era adatto. L’altro ieri è stato informato che non sarebbe andato a Washington”. Secondo loro, “Non ha nulla a che fare con Sarah, il primo ministro non era soddisfatto di lui”.
Proteste a Londra, arrestati supporter di Palestine Action
Sostenitori del gruppo palestinese Palestine Action, il gruppo messo al bando dalle autorità britanniche in base alle leggi antiterrorismo, sono stati arrestati durante una protesta a Londra. “Gli agenti stanno intervenendo in una protesta a sostegno di Palestine Action in Parliament Square. Il gruppo è ora fuorilegge e esprimere il proprio sostegno è un reato. Sono in corso degli arresti”, ha scritto la Polizia Metropolitana sui social X.
Il gruppo Defend Our Juries ha dichiarato in un comunicato stampa che un gruppo di 27 persone, tra cui un sacerdote e diversi operatori sanitari, è stato arrestato per reati ai sensi del Terrorism Act. I manifestanti avevano cartelli con la scritta: “Mi oppongo al genocidio. Sostengo Palestine Action”. Ieri la polizia inglese aveva avvertito che che esprimere il proprio sostegno a Palestine Action sarebbe stato un reato dopo l’entrata in vigore del divieto a mezzanotte. “Ciò include cantare slogan, indossare abiti o esporre oggetti come bandiere, cartelli o loghi”, ha affermato la polizia. Il divieto è stato approvato dal Parlamento giovedì, mentre ieri è stato respinto un ricorso in tribunale per cercare di impedirne la trasformazione in legge.
Libano, attacchi israeliani nel Sud: un morto e sei feriti
Il Libano ha dichiarato che una persona è stata uccisa e sei ferite in una serie di attacchi israeliani nel Sud del Paese, nonostante il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Un “attacco di un drone nemico israeliano contro un veicolo” nella città di Bint Jbeil “ha ucciso una persona e ne ha ferite due“, ha dichiarato il ministero della Salute libanese in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa nazionale ufficiale (Nna). Il ministero ha successivamente riferito che una persona è rimasta ferita in un attacco di un drone contro un’altra auto nella stessa città e che altre due sono rimaste gravemente ferite in un raid simile contro un veicolo nella vicina Shaqra. Questa mattina, il ministero ha riferito che un altro attacco di un drone israeliano ha ferito una persona a Shebaa, sempre nel Sud, mentre la Nna ha riferito che un’abitazione è stata presa di mira.
Israele ha continuato a bombardare il Libano dal cessate il fuoco del 27 novembre, che mirava a porre fine a oltre un anno di ostilità con Hezbollah, inclusi due mesi di guerra totale che hanno lasciato il gruppo sostenuto dall’Iran gravemente indebolito
Idf, eliminato un terrorista di Hezbollah nell’attacco nel sud del Libano
“Questa mattina un aereo dell’aeronautica militare ha attaccato ed eliminato un terrorista della Forza Radwan dell’organizzazione terroristica Hezbollah nella zona di Einta, nel Libano meridionale”. Così hanno riferito in un messaggio X le Forze di difesa israeliane.
Gaza, sono almeno 56 i morti per i raid israeliani all’alba
Continua ad aumentare il bilancio degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza, dove secondo fonti concordanti almeno 56 palestinesi sono stati uccisi dall’alba, di cui nove mentre erano in attesa di aiuti umanitari, tra loro c’erano anche tre bambini. I dati rilanciati da Al Jazeera sono stati raccolti negli ospedali e tra i soccorritori.
L’Iran smentisce la ripresa dei negoziati con gli Usa
Il ministero degli Esteri iraniano ha smentito la notizia di un’imminente ripresa dei negoziati con gli Stati Uniti sul futuro del programma nucleare della Repubblica islamica. Lo riporta l’agenzia di stampa Mehr, secondo la quale il portavoce del ministero, Esmaeil Baghaei, ha sottolineato come non ci sia ancora una data. Ieri il sito Axios, citando due fonti anonime, ed il sito Amwaj.media, avevano riferito che Teheran avrebbe accettato un incontro con gli Usa la prossima settimana a Oslo. Secondo Axios, nella capitale norvegese si incontrerebbero l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, ed il capo della diplomazia di Teheran, Abbas Araghchi. Ma né l’Iran né gli Stati Uniti hanno confermato la notizia.
Ministero della Sanità di Gaza, 70 morti per i raid israeliani nelle ultime 24 ore
Come riferisce Haaretz, secondo il ministero della Sanità di Gaza, sotto controllo di Hamas, sono 70 le persone rimaste uccise e 332 quelle ferite nel corso dei raid sferrati da Israele nelle ultime 24 ore sulla Striscia. Secondo la stessa fonte, dall’inizio della guerra, invece, sono 57.338 le persone morte, 135.957 quelle ferite. Migliaia anche i dispersi.
Media, sale a 42 bilancio morti a Gaza per raid Israele dall’alba
Il numero dei palestinesi uccisi dalle forze israeliane dall’alba nella Striscia di Gaza è salito a 42. Lo riporta Al Jazeera citando fonti mediche di Gaza. Questi attacchi hanno avuto luogo in tutta la Striscia di Gaza, da Gaza City, nel nord dell’enclave, all’area intorno a Rafah, nel sudm, aggiunge Al Jazeera.
Erdogan: “Chiesto a Trump di intervenire sui morti presso il centro di distribuzione aiuti a Gaza”
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di intervenire per fermare le sparatorie e le uccisioni nei pressi dei centri di assistenza e distribuzione degli aiuti all’interno della Striscia di Gaza, che secondo le Nazioni Unite hanno causato la morte di oltre 500 persone. “Ci sono persone che vengono uccise nelle file per accedere al cibo. È necessario intervenire affinché queste persone non vengano uccise”, ha detto Erdogan a Trump, quando lo ha incontrato al vertice della Nato a fine giugno. A riferirne è stato lo stesso Erdogan, secondo quanto riporta Anadolu.
Ministero Sanità Gaza, 70 morti in ultime 24 ore per raid Israele
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha annunciato che nelle ultime 24 ore 70 persone sono state uccise da attacchi israeliani e 332 sono state ferite. Secondo la dichiarazione, 57.338 persone sono state uccise e 135.957 ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, e migliaia sono ancora considerate disperse.
Madre ostaggio Alon Ohel a Washington per “salvare mio figlio”
La madre dell’ostaggio Alon Ohel, detenuto a Gaza, ha annunciato che volerà a Washington, in vista della visita programmata del premier Benjamin Netanyahu negli Stati Uniti. La donna ha dichiarato che lo farà “per guardare negli occhi i decisori politici, affinchè sappiano che è giunto il momento di salvare la vita del mio caro figlio Alon”. Lo ha riferito il quotidiano Times of Israel. “Alon è gravemente ferito. Ha perso un occhio, ha una ferita alla testa non curata e la sua vita è in pericolo. Se non salviamo Alon ora, quando?”, ha ancora detto la madre.
Sanchez, ciò che fa Netanyahu a Gaza ha un solo nome, genocidio
“Ciò che sta facendo il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania ha solo un nome, ed è genocidio”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez, nel suo intervento al Comitato federale del Psoe in corso a Madrid.
Media, Israele si prepara per negoziati e analizza riposta Hamas
Dopo che Hamas ha presentato la sua risposta alla proposta di un cessate il fuoco e di un accordo per il rilascio degli ostaggi, Israele si sta preparando a inviare una delegazione per colloqui ravvicinati, probabilmente entro domani. Lo riporta Channel 12, aggiungendo che Israele ha iniziato ad analizzare approfonditamente la risposta di Hamas ieri sera. La parte israeliana ha stimato in anticipo che potrebbero emergere alcune lacune nelle posizioni della risposta dell’organizzazione, principalmente per quanto riguarda il dispiegamento delle forze dell’Idf all’interno della Striscia nella fase successiva alla cessazione delle ostilità, la regolamentazione degli aiuti umanitari in entrata a Gaza e la questione delle garanzie che gli Stati Uniti e altri paesi forniranno. Ora si sta valutando in che modo la risposta di Hamas corrisponda alle linee guida stabilite da Israele e se sia possibile raggiungere accordi. Hamas ha annunciato ufficialmente di aver fornito la sua risposta ai mediatori “con spirito positivo” e ha chiarito di essere “pronta con tutta serietà ad avviare immediatamente un ciclo di negoziati sul meccanismo di attuazione del quadro proposto”. Secondo un servizio del canale saudita Al-Hadath, la risposta dell’organizzazione è stata positiva, ma includeva anche “una richiesta di modifiche minori”. Sono queste le richieste di modifica al centro dei negoziati.
Ghf, “due operatori umanitari Usa feriti da Hamas”
La Gaza humanitarian foundation (Ghf) ha riferito che due operatori umanitari americani sono rimasti feriti mentre distribuivano cibo ai residenti della Striscia di Gaza. “Le prime notizie indicano che si è trattato di un atto ostile da parte di Hamas. Il fondo continua a indagare e aggiornerà la situazione con ulteriori informazioni non appena disponibili. Grazie a Dio i feriti non sono in pericolo di vita. Vogliamo solo sfamare la popolazione di Gaza, tutto qui. Gli americani che sono qui a Gaza sono eroi che rischiano la vita ogni giorno per fare questo lavoro”, ha aggiunto Ghf.
Wafa, coloni attaccano ambulanza Mezzaluna Rossa in Cisgiordania
I coloni israeliani hanno attaccato ieri sera un’ambulanza della Mezzaluna Rossa palestinese durante un violento raid a Jabal Qamas, un’area situata tra la città di Beita e il villaggio di Osrin, a sud di Nablus. Lo scrive Wafa. Fonti locali hanno riferito a Wafa che i coloni hanno lanciato un assalto contro i residenti palestinesi della zona. I palestinesi si sono scontrati con i coloni, dando origine a scontri durante i quali soldati e coloni israeliani hanno sparato proiettili veri e lanciato gas lacrimogeni. Non si sono registrati feriti. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che una delle sue ambulanze ha subito danni quando è stata attaccata dai coloni mentre era di stanza nella zona per fornire supporto medico di emergenza.
Media, almeno 35 vittime in raid israeliani a Gaza
Almeno 35 persone sono state uccise negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza da questa mattina. Lo riferiscono fonti mediche citate da Haaretz.
Media, un morto in attacco con drone nel sud del Libano
In Libano, è stato riferito che una persona è stata uccisa in un attacco con drone contro un veicolo nella zona di Bint Jabil, nel sud del Paese, come riporta Ynet. In precedenza, la rete Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, aveva riferito di un attacco con drone al villaggio di Shebaa, nel Libano meridionale.
Drone israeliano colpisce abitazione nel sud del Libano
Un drone israeliano ha colpito un’abitazione a Shebaa, nel sud del Libano. A riferirne sono Al Jazeera e l’emittente vicina a Hezbollah Al Mayadeen, secondo cui il drone ha colpito un edificio alla periferia del centro abitato.
Trump: “Iran non ha accettato ispezioni o lo stop all’arricchimento dell’uranio, ne parlerò con Netanyahu”
L’Iran non ha accettato di fare effettuare ispezioni sul suo programma nucleare né di rinunciare all’arricchimento dell’uranio. A dichiararlo, a bordo dell’Air Force One, è stato il presidente americano Donald Trump precisando che del tema parlerà con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la sua visita alla Casa Bianca lunedì. Il programma nucleare iraniano ha subìto una battuta d’arresto “permanente” con gli attacchi di Stati Uniti e Israele, ha quindi assicurato Trump, chiarendo però che Teheran potrebbe farlo ripartire in siti diversi da quelli colpiti.
Salgono a 19 i morti nel raid israeliano su Gaza
Raid israeliani dall’alba di oggi contro la Striscia di Gaza hanno provocato la morte di almeno 19 persone. Sono stati presi di mira il campo profughi di Mawasi, a ovest di Khan Yunis, nel sud, il quartiere di Zeitoun, a Città di Gaza, il campo profghi di Bereij nel centro della regione e Nuseirat, nel nord.
Hamas: “Pronti a negoziati su Gaza, per Trump accordo a giorni”
Hamas è disponibile a iniziare “immediatamente e in modo serio” un nuovo round di negoziati su “un meccanismo” per un cessate il fuoco a Gaza. Anche la Jihad islamica è sostiene i negoziati, chiedendo “garanzie” che Israele “non riprenda la sua aggressione” una volta liberati gli ostaggi detenuti a Gaza. Il Presidente americano ha ribadito che un accordo sulla tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli accordi potrà essere sottoscritto già la prossima settimana. “E’ positivo”, ha dichiarato sull’Air Force One, parlando dell’accettazione di avviare un nuovo round di trattative da parte di Hamas. Due diverse commissioni in Israele, presso il ministero della Salute e presso l’intelligence dell’Idf, stanno già lavorando per raccogliere informazioni sullo stato di salute sugli ostaggi ancora in vita per determinare a chi si dovrà dare la priorità nelle nuove trattative. La bozza di accordo che sarà discussa prevede il rilascio di otto ostaggi in vita il primo giorno della sua entrata in vigore, due il 50esimo giorno e i rimanenti dieci quando sarà raggiunto un successivo accordo per un cessate il fuoco permanente, il 60esimo giorno dall’entrata in vigore della tregua.
Si aggrava il bilancio delle vittime per i bombardamenti su Gaza: almeno 18 i morti
È salito ad almeno 18 morti il bilancio dei bombardamenti israeliani di questa notte sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera.
Trump, possibile accordo su Gaza la settimana prossima
Potrebbe esserci un accordo su Gaza la settimana prossima. Lo ha detto Donald Trump, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.
Nuovi bombardamenti israeliani a Gaza, almeno otto morti
Otto persone risultano decedute finora nei bombardamenti israeliani in corso sulla Striscia di Gaza. Lo riferisce Al Jazeera. Nel dettaglio, sei palestinesi hanno perso la vita e più di 10 sono rimasti feriti durante un attacco che ha coinvolto un accampamento di sfollati ad al-Mawasi, a ovest di Khan Younis. Altre due persone sono morte in un raid che ha colpito un’abitazione nel campo profughi di Bureij, nel centro del territorio palestinese. Si registra infine un ferito nel quartiere di Sheikh Radwan, a Città di Gaza.
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